A Settembre 2023, l'Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha pubblicato un report sull'attività svolta dal Network Italiano sulla Salute Mentale Perinatale avviato dal Centro di Riferimento per le Scienze Comportamentali e la Salute Mentale nel periodo tra novembre 2021 e novembre 2022. Si tratta di un'indagine condotta per valutare il rischio di depressione e ansia nel periodo perinatale che ha coinvolto 20 strutture di 8 Regioni italiane, per un totale di 4884 donne sottoposte a screening. Secondo questo report, quasi un quarto (24,5%) del campione ha riportato una sintomatologia depressiva al test di screening, di cui il 6,9% raggiunge alti livelli di severità.
Inoltre, sempre secondo dati dell'ISS, il numero di donne a rischio di depressione nel periodo perinatale è andato gradualmente crescendo negli ultimi anni, quasi triplicandosi, in concomitanza con la diffusione della pandemia di COVID-19. Sebbene questo peggioramento sia comprensibile visto l’enorme cambiamento che è stato osservato a livello globale nelle condizioni di vita per via della pandemia, d'altro canto riporta dei dati decisamente allarmanti.
Il periodo perinatale è di per sé un periodo molto delicato e vulnerabile per l'insorgenza di disturbi mentali, tra i quali diversi disturbi dell’umore. Tuttavia, una situazione come quella vissuta durante la pandemia di COVID-19, caratterizzata da isolamento sociale e forte preoccupazione percepita, ha dato un forte impatto negativo sulla salute mentale di tutti, in particolare quella delle donne in gravidanza e nel post-parto. Inoltre, la difficoltà di accesso alle strutture sanitarie, ai servizi di supporto, o anche la mancanza di vicinanza ai propri cari, ha reso ancora più difficile per quelle donne a rischio di sviluppare disturbi psichiatrici di essere individuate e ricevere un aiuto appropriato.
Questa condizione caratterizzata da un aumento dei fattori stressanti, associato a una riduzione della possibilità di ricevere cure in presenza, ha indotto la necessità di apportare dei cambiamenti nel modo di assicurare un supporto alle donne in difficoltà, al fine di rispondere adeguatamente alle loro esigenze. Per questi motivi, l’attuazione in questo periodo di programmi di screening come quello menzionato nel report dell’ISS, è stata particolarmente importante per identificare le donne a più alto rischio di ansia e depressione e, quindi, la loro inclusione in programmi di intervento efficaci.
Ma non solo! Tra i mezzi più innovativi tramite i quali la ricerca scientifica sta provando ad affrontare determinate problematiche, un ruolo fondamentale è stato svolto sicuramente dalla telemedicina e dall’uso delle App per smartphone nell’ambito clinico. Secondo una revisione sistematica della letteratura pubblicata nel gennaio 2022, sono state identificate 14 applicazioni scaricabili su Google Play e/o Apple App store, il cui uso fosse inteso specificatamente per le gestanti, le puerpere e/o i clinici della salute perinatale, e che integrano strumenti di screening per le principali patologie psichiatriche perinatali.
Nonostante vi sia stato un vero e proprio boom nello sviluppo e utilizzo di queste tecnologie per rispondere alle esigenze della pandemia, va tuttavia sottolineato che l’isolamento, la difficoltà di accesso a strutture sanitarie, e anche il bisogno di facilitare la cura e la partecipazione del paziente, sono problematiche che esistono anche al di fuori dell’eccezionalità delle condizioni create dalla pandemia, specie nelle donne in gravidanza o che hanno da poco partorito, che hanno generalmente una maggiore difficoltà negli spostamenti. Questi strumenti infatti permettono di raggiungere un vastissimo numero di persone, e nella comodità della loro abitazione, cosa non poco importante per le donne durante il periodo perinatale. Per questo motivo, sfruttare e migliorare gli strumenti digitali a disposizione può sicuramente contribuire allo sviluppo della medicina, al fine di poter permettere delle cure sempre adeguate in ogni situazione familiare, clinica, socio-demografica e assistenziale, senza però perdere di vista il ruolo fondamentale svolto dai professionisti del campo. Tuttavia, sebbene questo aspetto di maggior accessibilità sia un vantaggio straordinario, è bene valutare anche altri fattori.
Cosa permettono di fare le app per la salute mentale perinatale?
Tendenzialmente, la maggior parte delle App che si delineano nel panorama della salute mentale perinatale sono state sviluppate per permettere lo screening della popolazione mediante l’utilizzo di questionari, per valutare quindi la potenziale presenza di una sintomatologia depressiva o ansiosa. Tuttavia, tale screening necessita poi di una valutazione più approfondita nel caso riveli dei punteggi oltre determinate soglie di gravità. In questo senso sono quindi strumenti molto utili per effettuare una prima valutazione, ma sono ancora ben lontani dall’essere applicati per uso diagnostico. Possono tuttavia essere utili per indirizzare quelle donne che presentano fattori di rischio a cercare aiuto, indicando centri di sostegno a cui potersi rivolgere, per meglio indagare le proprie problematiche e ricevere supporto da parte di specialisti competenti, qualora fosse necessario.
Esistono anche delle App il cui scopo è quello di poter essere utilizzate come mezzo di intervento, nell’ambito della depressione perinatale. Queste App, infatti, si basano sulla possibilità di ricevere informazioni utili, di mettere in contatto clinici e pazienti per agevolare la comunicazione tra le due parti, di fornire supporto da parte di altre mamme tramite chat di gruppo, nonché di accedere a forme di terapia, utilizzando per esempio mindfulness. Tuttavia, sono ancora molto poche le App che permettono questo tipo di interventi, e sono tutte ristrette ad un numero limitato di utilizzatrici, o a partecipanti a specifici studi clinici. Ciò è dovuto alla difficoltà di gestione di questo approccio che richiede necessariamente un controllo costante di clinici esperti.
Nel contesto delle App che forniscono dei metodi di screening e studio, si staglia l'App dello studio PRESeNT.
L’App dello studio PRESeNT, sviluppata e prodotta dalla azienda Milanese Ab.Acus, è presente negli store iOS e Android (con il nome “PRESeNT App”), e, sebbene scaricabile gratuitamente, non è tuttavia utilizzabile da chiunque, ma solo dalle partecipanti allo studio.
All’interno dell’App sono stati inseriti questionari psicologici calendarizzati per monitorare le donne partecipanti, con una frequenza e facilità maggiore, rispetto alle classiche visite da effettuarsi di persona nelle strutture sanitarie o nello studio dello psicologo, e godendo della comodità e privacy di casa e dei propri tempi e ritmi.
Vi sono anche sensori per raccogliere dati passivi, basati su gps, in quanto, come la letteratura scientifica riporta, le persone depresse tendono a ridurre gli spostamenti. Vengono raccolti anche dati basati sull’uso del telefono, per monitorare ad esempio il possibile accesso compulsivo che si riscontra alle volte nei soggetti depressi (si pensi a una persona che continua ad accendere il telefono e a scrollare nel feed dei propri social network, senza mai soffermarsi su nulla in particolare e senza alcuno scopo, per poi spegnere lo schermo, e riaccenderlo poco dopo e ricominciare questo vacuo loop digitale).
L'intera ricerca e la raccolta dati mediante l'App PRESeNT avviene ovviamente nel più assoluto rispetto della privacy della partecipanti.
Tuttavia, l’aspetto più innovativo di quest’App, che fa sì che risalti nel panorama ad oggi esistente, è legato a delle impostazioni che permettono l’acquisizione di dati acustici della voce delle partecipanti, mediante esercizi appositamente designati, che vengono poi analizzati e correlati al loro profilo psicologico, e che permetterebbero di identificare dei tratti di vulnerabilità allo sviluppo di depressione. Esistono infatti studi pubblicati che hanno dimostrato come persone affette da depressione presentino alcune caratteristiche della voce che li distinguono da controlli sani, e che quindi potrebbero fungere da marcatori identificativi, qualora venissero maggiormente studiati e validati.
In particolare, in alcuni studi, la durata del suono delle vocali, delle pause e del tempo di effettiva emissione di suoni e parole, le variazioni di frequenza e ampiezza delle onde sonore, durante il parlato, sono stati osservati essere significativamente differenti tra persone depresse e non depresse. Queste caratteristiche della voce potrebbero quindi essere dei marcatori o predittori dei sintomi depressivi facilmente acquisibili. Attualmente mancano tuttavia studi che vadano ad analizzare questi fattori come potenziali marcatori nelle donne in gravidanza.
L’utilizzo di questo approccio innovativo di raccolta di dati acustici, per la prima volta, nelle donne in gravidanza, unito alla possibilità di facilitare il contatto con le donne, rende questa App per smartphone particolarmente interessante e dalle grandi potenzialità, nel campo della psichiatria perinatale.
In generale, l’uso di strumenti digitali nella pratica clinica psichiatrica a più livelli (screening, prevenzione e trattamento di disordini psichiatrici perinatali) non può ancora rimpiazzare il ruolo attuale delle figure professionali; tuttavia, grazie alla moltitudine di possibili applicazioni, la loro integrazione, se adeguatamente sviluppata, potrebbe davvero fornire un grandissimo supporto per migliorare la gestione e la cura di queste donne e la possibilità di fornire terapie personalizzate.
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